Enogastronomia, Crocco: «Un comparto per uscire dalla marginalità nelle aree interne»

Il presidente della Confederazione degli italiani nel mondo del Nord America lancia la sfida: «Serve strategia e alta formazione»

NEW YORK Occorre creare una percezione positiva a livello internazionale delle produzioni enogastronomiche calabresi. E per fare questo c’è la necessità di un approccio strategico e di una formazione specifica della classe imprenditoriale. Ne è convinto Alessandro Crocco, un imprenditore con una lunga e diversificata carriera in settori quali l’immobiliare, il capital investment e il food and beverage. Nato 36 anni fa ad Acri, Crocco è presidente della “Confederazione degli Italiani nel Mondo” (C.i.m.) Nord America, la più grande organizzazione associativa dei cittadini residenti all’estero, nonché confederativa delle loro associazioni locali.
Nel suo background, il conseguimento del “Bachelor in Business e Relazioni Internazionali” presso l’Università del Minnesota, USA e collaborazioni con istituzioni di elevato prestigio, tra cui la University of Minnesota, Cornell University, Notre Dame e la Pontificia Università della Santa Croce. Crocco è anche membro della “Consulta dei Calabresi all’estero” della Regione Calabria. Dove svolge un ruolo consultivo e propositivo, focalizzato sul consolidamento delle relazioni con la vasta diaspora calabrese a livello globale.
Da New York, dove vive, riesce ad avere una prospettiva diversa e anche più reale delle strategie da metter in campo per far decollare uno dei settori chiave, per rilanciare l’export regionale: l’enogastronomia. Un comparto che potrebbe far uscire dalla marginalità soprattutto le aree interne della regione, contribuendo a bloccare l’esodo dei calabresi.

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